In occasione di “VinNatur Tasting Norway” tenutasi ad Oslo martedì 19 novembre sono stati presentati in anteprima i risultati del primo step di ricerca condotto dall’equipe della Sezione di Nutrizione Clinica e Nutrigenomica dell’Università Tor Vergata di Roma.
Il progetto “VinSalut” è il primo studio in Italia e nel mondo mirato all’individuazione degli effetti del vino nella salute umana, in relazione ai diversi metodi di allevamento in vigna e diproduzione; un importante passo che dà la possibilità di mettere basi scientifiche a supposizioni che finora non avevano un fondamento.
La dottoressa Di Renzo ha voluto iniziare la Sua relazione specificando che gli effetti negativi dell’etanolo contenuto in qualsiasi vino non sono assolutamente da sottovalutare, per questo una dose giornaliera massima consigliabile è di 2 calici al giorno durante i pasti.
I solfiti svolgono un ruolo fondamentale nell’aspetto salutistico in quanto è stato stabilito che l’organismo umano in buona salute riesce a tollerare un massimo di 0,7 mg per kg di peso corporeo; i solfiti sono usati nel 90 % dei prodotti alimentari confezionati industrialmente, per la loro conservazione. Un’assunzione minore, grazie al consumo di vino senza solfiti, garantisce la possibilità di rimanere sotto la soglia di tolleranza del nostro organismo. In oltre è stato osservato che i solfiti nel vino convenzionale sono responsabili dei problemi di cattiva digestione (inibiscono l’attività proteolitica della pepsina), dell’ emicrania dopo la bevuta e di eventuale sintomi di irritazioni cutanee, per il rilascio di istamina, nonchè possono esacerbare i sintomi della sindrome premestraule per riduzione dell’assimilazione della tiamina.
Entriamo ora nel cuore della ricerca: l’ottenimento dei primi risultati è stato fatto somministrando, ad un numero statisticamente significativo di persone, due calici di vino naturale, abbinato ad una dieta mediterranea ricca di antiossidanti e ad un altro gruppo di persone, un vino convenzionale abbinato alla stessa dieta. Ad altri 2 gruppi invece, sempre la stessa quantità di vino ma con diete ricche di grassi saturi (fast food). Tutto questo per una durata di due settimane. Comparando le analisi di sangue effettuate prima e dopo le somministrazioni è stato osservato che l’assunzione di vino naturale con basso contenuto di solfiti riduce del 20 % l’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità ( LDL) deputate al trasporto del colesterolo, note come colesterolo cattivo, e quindi si riduce il rischio cardiovascolare. Tale effetto positivo ovviamente aumenta, quando si segue una dieta sana ed equilibrata, ricca di alimenti antiossidanti. Studiando l’espressione dei geni legato allo stress ossidativo e alla detossificazione, l’assunzione di vino a basso contenuta di solfiti migliora la disintossicazione epatica e la risposta al danno ossidativo.
Si è notato anche che il resveratrolo (importante anti-ossidante) e alcuni stilbeni risultano essere maggiormente presenti in quei vini che hanno subìto il minor numero di interventi esterni, sia in vigna che in cantina.
Un primo passo considerevolmente positivo che avrà certamente importanti sviluppi in futuro, visto che il nostro interesse non è certamente quello di fermarci qui!
- dott. Laura di Renzo

