Riflessioni di un vignaiolo, parte 4°

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Il suolo è il punto di partenza per fare un buon vino !

L’alimentazione del suolo è una scelta intelligente.

Il terreno è un complesso organismo vivente e la nutrizione vegetale rappresenta una fase di un lungo processo dinamico che si articola tra l’evoluzione geopedologica e la ciclicità delle fasi fenologiche delle piante. Quindi con la concimazione non sono le piante che vado a nutrire, ma il terreno che a sua volta provvede alle disponibilità alimentari per i vegetali.

Poiché sono le caratteristiche del terreno (insieme alla cultivar) che caratterizzano il mio vino, la mia attenzione deve fissarsi su come valorizzare queste peculiarità. La migliore risposta vegetativa (e produttiva) si ha con un’intensa attività radicale capace di “utilizzare” al meglio le virtù pedologiche. Un buon risultato, verso questa direzione si ha solo se c’è un’intensa vitalità microbica nel suolo; quindi molti nematodi, funghi simbionti e batteri che siano in grado di traformare la sostanza organica per renderla di facile assorbimento per le radici. Questi microorganismi svolgono un lavoro indispensabile che non può essere assolutamente sostituito con l’utilizzo di concimazioni minerali-chimiche che nel corso degli anni non fanno altro che impoverire la struttura del suolo portandolo ad una mineralizzazione assai pericolosa! Da qui cominciano le mie riflessioni del dopo vendemmia per la stagione 2013. . . . . . il vigneto sta entrando in riposo (almeno in apparenza), ma a noi non è permesso questo privilegio!


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