Obbiettivo: ridurre la dipendenza da rame e zolfo

Il rame è un metallo pesante permesso in viticoltura biologica, che viene diluito in acqua e spruzzato sulle foglie della vite per combattere la peronospora (un fungo che colpisce foglie e grappoli) . L’alternativa presente in commercio sono i prodotti sistemici di origine chimica, i quali alterano i processi vitali della pianta e dell’ecosistema circostante. Il rame ha un impatto negativo nel suolo, rallentando l’attività microbiologica. Già in molti suoli europei costituisce un problema e la commissione europea sta gradualmente limitandone l’uso, per evitare che il danno diventi irreversibile.  I produttori VinNatur stanno limitando l’uso di rame, associandolo a prodotti di origine naturale che stimolano una reazione positiva della pianta all’attacco della malattia. Grande importanza viene data anche al lavoro manuale di sfogliatura e potatura verde per impedire ristagni di umidità in prossimità dei grappoli, e ridurre in questo modo la possibilità di infezione.

Lo zolfo invece viene utilizzato per combattere l’oidio, altra malattia fungina che colpisce i grappoli della vite. Di per se ha un impatto minore rispetto al rame, infatti non crea un residuo pericoloso nel suolo. Recenti studi però hanno stabilito che lo zolfo è nocivo i lieviti presenti nella buccia dell’uva e per gli insetti utili presenti nel vigneto.

Dal 2011 VinNatur collabora con il Centro sperimentale per la Viticoltura Sostenibile di Panzano in Chianti. Qui, in base alle esperienze degli ultimi anni, sono state scelte alcune molecole naturali ad azione corroborante (rinforzante per le piante) provate per alcuni anni in campi sperimentali.
Oltre a ridurre l’impatto sul ambiente, questa sperimentazione mira a diminuire il numero complessivo dei trattamenti con ulteriori vantaggi economici e di minor compattamento del suolo. Ma il maggior beneficio è dato dal fatto che mediante questi induttori di resistenza la pianta non è più difesa passivamente ma viene sollecitata a difendersi in modo attivo. Mentre con i fungicidi si lavora sugli effetti (perché si combatte l’aggressività dei funghi appunto), con i fortificanti si agisce sulle cause, con il grande vantaggio di aumentare il benessere delle piante e la qualità dell’uva.
Nel percorso verso una viticoltura più naturale questa sperimentazione rappresenta un passo importante anche nell’ottica di realizzare un modello produttivo a reale misura d’uomo e d’ambiente.