6 responses to “(Italiano) Sperimentazione in cantina, come procedono i lavori?”
Buon giorno a tutti, investire in ricerca per capire cosa, come e chi trasforma la nostra uva in vino è fondamentale… in enologia è molto importante continuare a far ricerca perchè esistono moltissime incognite e continuamente in base all’annata, variabilità.
sta a noi poi, con maggiore consapevolezza e comprensione dei fatti, anticipare o intervenire al momento opportuno…
vino Naturale non è quello che viene abbandonato a se stesso, ma quello che viene accompagnato in tutte le sue fasi tramite la conoscenza (ricerca), degustazioni e analisi
grande VinNatur!!!
NB: sono questa è ricerca sana e pura, non ricerca commerciale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MD
Anche io apprezzo in parte l’utilizzo di energie nella ricerca con VinNatur, ma come sempre mi piace anche porre l’attenzione sugli aspetti più delicati di ogni questione, e su quella dei lieviti si può andare avanti a oltranza; sinceramente ero abbastanza positivo su questa sperimentazione, ma alcuni dei produttori associati mi hanno fatto riflettere su come qualsiasi intervento sui lieviti rompa l’equilibrio naturale di un vino, anche se il lavoro è fatto con quelli propri, e porti ad un appiattimento delle caratteristiche territoriali. Mi piace una frase di un nostro collega dell’associazione, ben conosciuto da tutti e produttore di grandi vini, che dice » i lieviti indigeni servono sia buoni che cattivi », perchè così ce li offre la storia di ogni vino ed entrambi daranno caratteri e caratteristiche ai vini. « Piuttosto i problemi in fermentazione e in vinificazione sono molto più spesso imputabili a difetti dell’uva conseguenti anche a trattamenti non idonei o squilibri nutrizionali del terreno, o anche a imprecisione in cantina o utilizzo di contenitori e strumenti disadatti o difettati. » Comunque è sempre bene studiare e fare ricerca con VinNatur, anche se questo tipo di studio sui lieviti non è nuovo ne tanto meno originale mi pare, ma va bene così, e forse servirà a dimostrare che i lieviti c’entrano solo in parte sui difetti del vino!!! Ciao a tutti.
Michele, hai pienamente ragione quando parli che dobbiamo migliorare la materia prima ossia l’uva, che oltre ad essere sana deve avere un buon contenuto di nutrienti e di lieviti propri! Infatti in questo senso non siamo assolutamente fermi, come ben sai, ma stiamo sviluppando in vigneto metodi di difesa dalle malattie e metodi per l’aumento della fertilità del suolo che, in parte sopperiscono ad alcuni problemi che si riscontrano poi in cantina.
Come è ben specificato, siamo pienamente convinti che le fermentazioni spontanee siano la sola via per avere l’unicità e la complessità aromatica del vino, sia chiaro!
P.s.: comunque si può specificare il nome del produttore menzionato 🙂
Certo Alessandro, l’importante è specificarlo bene che le fermentazioni spontanee sono sacrosante (salvo problemi gravissimi da annate tragiche ma anche li sarebbe da discutere), perchè il discorso lieviti, già di per se difficile da capire, è molto delicato ed è facile creare incomprensioni. Tu sei il primo a sapere che sel’uva è bella e sana, nell’ambiente giusto fermenta da sola che è una bellezza, ogni tanto ci sono delle rotture di coglioni in fermentazione, lo so bene, e il malico vuole attenzione per finire il suo percorso, e si pianta facendoci dannare, ma poi si ripiglia e comunque capita in annate con caratteristiche climatiche estreme. Se capita l’anno in cui le fermentazioni non finiscono allora sarà l’anno che le bottiglie di pregio non escono ma ci sarà un gran vino da tavola sfuso d’annata, questa è la cosa più naturale che un produttore può fare se gli restano zuccheri o fermentazioni a mezzo, e come saranno contenti i suoi amici di comprare il vino che per un anno costerà 2 euro al litro invece che 15 a bottiglia!!!! Scherzo, ma se ci pensi è vero!!! Comunque io sostengo il vostro impegno nella ricerca qualsiasi essa sia, ma ho visto che alcuni soci sono un po dubbiosi sulla questione lieviti, e le loro motivazioni meritano attenzione. Ciao Ale, ci si vede a Londra.
Caro Michele…..Mi piace una frase di un nostro collega dell’associazione, ben conosciuto da tutti e produttore di grandi vini, che dice ” i lieviti indigeni servono sia buoni che cattivi”… quando vai nel bosco raccogli pure tutti i funghi, buoni e cattivi, e poi dopo averli mangiati fammi sapere come stai!
Gentili signori, sono uno studente del secondo anno di enologia presso l’università di Verona, e sto cercando un azienda che mi possa ospitare per il tirocinio in quanto vorrei approfondeire lo studio e la sperimentazione sui lieviti per impostare successivamente anche la mia tesi di laure su questo argomento. Vi sarei davvero grato se poteste indicarmi qualche cantina che ha in corso un attività di questo tipo, non soltanto in Veneto. Vi rigrazio anticipatamente per l’aiuto e vi porgo cordiali saluti.
Buon giorno a tutti, investire in ricerca per capire cosa, come e chi trasforma la nostra uva in vino è fondamentale… in enologia è molto importante continuare a far ricerca perchè esistono moltissime incognite e continuamente in base all’annata, variabilità.
sta a noi poi, con maggiore consapevolezza e comprensione dei fatti, anticipare o intervenire al momento opportuno…
vino Naturale non è quello che viene abbandonato a se stesso, ma quello che viene accompagnato in tutte le sue fasi tramite la conoscenza (ricerca), degustazioni e analisi
grande VinNatur!!!
NB: sono questa è ricerca sana e pura, non ricerca commerciale!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
MD
Anche io apprezzo in parte l’utilizzo di energie nella ricerca con VinNatur, ma come sempre mi piace anche porre l’attenzione sugli aspetti più delicati di ogni questione, e su quella dei lieviti si può andare avanti a oltranza; sinceramente ero abbastanza positivo su questa sperimentazione, ma alcuni dei produttori associati mi hanno fatto riflettere su come qualsiasi intervento sui lieviti rompa l’equilibrio naturale di un vino, anche se il lavoro è fatto con quelli propri, e porti ad un appiattimento delle caratteristiche territoriali. Mi piace una frase di un nostro collega dell’associazione, ben conosciuto da tutti e produttore di grandi vini, che dice » i lieviti indigeni servono sia buoni che cattivi », perchè così ce li offre la storia di ogni vino ed entrambi daranno caratteri e caratteristiche ai vini. « Piuttosto i problemi in fermentazione e in vinificazione sono molto più spesso imputabili a difetti dell’uva conseguenti anche a trattamenti non idonei o squilibri nutrizionali del terreno, o anche a imprecisione in cantina o utilizzo di contenitori e strumenti disadatti o difettati. » Comunque è sempre bene studiare e fare ricerca con VinNatur, anche se questo tipo di studio sui lieviti non è nuovo ne tanto meno originale mi pare, ma va bene così, e forse servirà a dimostrare che i lieviti c’entrano solo in parte sui difetti del vino!!! Ciao a tutti.
Michele, hai pienamente ragione quando parli che dobbiamo migliorare la materia prima ossia l’uva, che oltre ad essere sana deve avere un buon contenuto di nutrienti e di lieviti propri! Infatti in questo senso non siamo assolutamente fermi, come ben sai, ma stiamo sviluppando in vigneto metodi di difesa dalle malattie e metodi per l’aumento della fertilità del suolo che, in parte sopperiscono ad alcuni problemi che si riscontrano poi in cantina.
Come è ben specificato, siamo pienamente convinti che le fermentazioni spontanee siano la sola via per avere l’unicità e la complessità aromatica del vino, sia chiaro!
P.s.: comunque si può specificare il nome del produttore menzionato 🙂
Certo Alessandro, l’importante è specificarlo bene che le fermentazioni spontanee sono sacrosante (salvo problemi gravissimi da annate tragiche ma anche li sarebbe da discutere), perchè il discorso lieviti, già di per se difficile da capire, è molto delicato ed è facile creare incomprensioni. Tu sei il primo a sapere che sel’uva è bella e sana, nell’ambiente giusto fermenta da sola che è una bellezza, ogni tanto ci sono delle rotture di coglioni in fermentazione, lo so bene, e il malico vuole attenzione per finire il suo percorso, e si pianta facendoci dannare, ma poi si ripiglia e comunque capita in annate con caratteristiche climatiche estreme. Se capita l’anno in cui le fermentazioni non finiscono allora sarà l’anno che le bottiglie di pregio non escono ma ci sarà un gran vino da tavola sfuso d’annata, questa è la cosa più naturale che un produttore può fare se gli restano zuccheri o fermentazioni a mezzo, e come saranno contenti i suoi amici di comprare il vino che per un anno costerà 2 euro al litro invece che 15 a bottiglia!!!! Scherzo, ma se ci pensi è vero!!! Comunque io sostengo il vostro impegno nella ricerca qualsiasi essa sia, ma ho visto che alcuni soci sono un po dubbiosi sulla questione lieviti, e le loro motivazioni meritano attenzione. Ciao Ale, ci si vede a Londra.
Caro Michele…..Mi piace una frase di un nostro collega dell’associazione, ben conosciuto da tutti e produttore di grandi vini, che dice ” i lieviti indigeni servono sia buoni che cattivi”… quando vai nel bosco raccogli pure tutti i funghi, buoni e cattivi, e poi dopo averli mangiati fammi sapere come stai!
Gentili signori, sono uno studente del secondo anno di enologia presso l’università di Verona, e sto cercando un azienda che mi possa ospitare per il tirocinio in quanto vorrei approfondeire lo studio e la sperimentazione sui lieviti per impostare successivamente anche la mia tesi di laure su questo argomento. Vi sarei davvero grato se poteste indicarmi qualche cantina che ha in corso un attività di questo tipo, non soltanto in Veneto. Vi rigrazio anticipatamente per l’aiuto e vi porgo cordiali saluti.