Il vino è senza dubbio il prodotto più privilegiato in commercio, in fatto di diciture in etichetta. Avrete sicuramente notato che si tratta dell’unico alimento che non prevede la presenza in etichetta dell’elenco degli ingredienti.
Contrariamente a quanto il “non esperto” pensa, all’interno del vino si possono trovare molti tipi di additivi e coadiuvanti di origine chimica. Il principale è l’anidride solforosa, che tutti conosciamo come “solfiti” (conservante per eccellenza del vino) ma ce ne sono molti altri come ad esempio i tannini, le albumine e le caseine (per chiarificare il vino), i mosti concentrati, lo zucchero (non ammesso in Italia ma legale in altri stati), l’acido ascorbico, l’acido tartarico, i lieviti, gli enzimi, il nutrimento lieviti e l’elenco continua… Questo tema sta creando in questi mesi molto dibattito (vedi » cose-che-fingevamo-di-non-sapere-il-vino-contiene-latte-uova-e-derivati/ ) e qualcosa si sta già muovendo, anche se ancora troppo poco. Il fatto che alcune di queste sostanze aggiunte provochi allergie ci aiuta a sensibilizzare la gente, quindi in un certo senso questa cosa è già positiva. La maggior parte dei vini di VinNatur non contiene nessuno dei sopra elencati ingredienti, per questo a nostro avviso, per garantire una perfetta trasparenza nei confronti del consumatore è indispensabile che la legge preveda un’etichetta per il vino al pari degli altri alimenti.
Alcuni nostri produttori, per dare il buon esempio scrivono sull’etichetta gli ingredienti del vino, che nel nostro caso è solamente uva con una bassa quantità di anidride solforosa aggiunta! Circa 1/3 dei produttori è riuscito anche ad eliminare gradualmente l’anidride solforosa, ottenendo un integrità del prodotto unica.
Ma questo « estremismo » comporta non indifferenti rischi e necessita di esperienza e molta attenzione. Riteniamo sia sacrosanto che il consumatore conosca ciò che sta bevendo e sia consapevole delle proprie scelte; anche se più di qualche vino convenzionale avrà bisogno di una doppia etichetta 🙂
perchè non sciegliere la via di autocertificazione a monte,con l’analisi dei residui nelle bottiglie e per lotto di produzione?
Daccordo con il sig. Fiori Luigi al riguardo dell’autocertificazione, ma avrà poi un valore?
Io invece suggerirei,tagliando la testa al toro, alla pari delle varie altre certificazioni biologiche o boidinamiche e quant’altro, la nostra associazione Vinnatur, con una squadra di tecnici agrari e chimici, e con il supporto di un laboratorio accreditato, potrebbe certificare i nostri vini, naturalmente contribuendo tutti a sostenere le spese.
Ci sono migliaia di produttori di vino in Italia. E non possiamo conoscerli tutti per cosa producono e cosa ci fanno bere. Ci sono. Milioni di bottiglie in commercio. Con prezzi a bottiglia fatta dai commercianti. Come se, vedere una etichetta e una capsula colorata in mano al sommelier che ci propone un vino fosse un elisir.
Non mettere gli ingredienti sulle etichette mi porta a non comprare nessuna bottiglia di vino anche in enoteca. Ne per me ne da regalare.. E neanche regalata l’accetto.
Spesso si bevono dei vini, a costi fuori dal mondo, come se fossero usciti dalla cantina del produttore da 10 minuti. Imbevibili,
E chissà quanti cassoni di camion hanno visto. Caldo, freddo. Mesi sugli scaffali a far da bella mostra nei ristoranti e bar.
Al ristorante Non è da barboni chiedere il vino della casa in caraffa. È un salva portafoglio?
Preferisco acquistare il succo di frutti di bosco nei vari supermercati che mi da più fiducia per serietà e prezzo.
mi dispiace sig. paride pino, ma lei ha torto.
se dice che ci sono migliaia di produttori di vino e che non possiamo conoscerli tutti per cosa producono e cosa ci fanno bere, allora dovrebbe rendersi conto che lo stesso vale per tutti gli altri produttori, anche per i suoi amatissimi succhi di frutta.
poi vorrei farle notare che se il vino è imbevibile è perchè semplicemente a lei non piace e non lo conosce.
inoltre anche se il vino non ha etichette non significa che non venga controllato. anzi il vino è fra i prodotti più controllati e certificati.
ovviamente è libero di non comprare, bere o regalare vino ma almeno si informi un minimo su ciò che dice
P.S. i vini non possono fare caldo, freddo, caldo si rovinerebbe e non sarebbe più vendibile.
inoltre i camion per il vino sono mezzi appositi per evitare simili inconvenienti. (come d’altronde funziona per ogni prodotto, ingredienti o meno sull’etichetta. anche perché tutti i prodotti sono tracciabili)
poi non so di cosa lei è convinto ma anche i succhi stanno mesi sugli scaffali ed anno visto un sacco di camion; non vedo dove sta la differenza.
e comunque ameno che non stia degli anni, il vino non si rovina a stare su delle mensole in bella mostra.