Sperimentazione in campo.

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Parte quest’anno un progetto di sperimentazione che coinvolge un centro ricerca con sede in Chianti e cinque aziende dell’associazione. L’agronomo e curatore di questa iniziativa è Ruggero Mazzilli.

Questo primo passo aprirà la strada per un futuro più coerente e pulito, con benefici a tutti gli associati e conseguentemente a tutti i consumatori.

L’Associazione VinNatur e la Stazione Sperimentale per la Viticoltura Sostenibile da quest’anno affrontano insieme uno dei problemi decisivi per sostenere una viticoltura più naturale ossia la riduzione della dipendenza da rame e zolfo. In base alle esperienze degli ultimi anni sono state scelte alcune molecole naturali ad azione corroborante (rinforzante per le piante) da testare in campi sperimentali allestiti in 5 regioni diverse presso i produttori dell’Associazione (così da verificarne le potenzialità in ambienti differenti con le rispettive cultivar autoctone : Aglianico in Campania, Garganega in Veneto, Malvasia di Candia aromatica in Emilia, Nebbiolo in Piemonte e Sangiovese in Toscana).

In ognuno dei vigneti dei produttori saranno testati 6 formulati contro peronospora, oidio e botrite, le principali malattie della vite, mentre in quello della Stazione Sperimentale si proveranno complessivamente 25 prodotti (includendo anche molecole attive contro altri funghi e insetti). Ogni piano sperimentale è stato allestito secondo i criteri della statistica fitoiatrica, prevedendo quindi la possibilità di confrontare i risultati dei diversi prodotti sottoposti a studio con un classico programma di difesa bio (rame e zolfo) ed il testimone non trattato con alcun prodotto.
Oltre a ridurre l’impatto sull’ambiente, questa sperimentazione mira a diminuire il numero complessivo dei trattamenti con ulteriori vantaggi economici e di minor compattamento del suolo. Ma il maggior beneficio è dato dal fatto che mediante questi induttori di resistenza la pianta non è più difesa passivamente ma viene sollecitata a difendersi in modo attivo. Mentre con i fungicidi si lavora sugli effetti (perché si combatte l’aggressività dei funghi appunto), con i fitofortificanti si agisce sulle cause, con il grande vantaggio di aumentare, insieme al benessere delle piante, anche la sanità e la qualità dei prodotti.

Non meno importante è il conseguente aumento di Biodiversità, anche quei lieviti sensibili allo zolfo possono così concorrere alla determinazione di un profilo aromatico del vino sicuramente più ampio ed unico.
Nel percorso verso una viticoltura più naturale questa sperimentazione rappresenta un passo importante anche nell’ottica di realizzare un modello produttivo a reale misura d’uomo e d’ambiente.
Rimane necessario tener conto del fatto che la riduzione della dipendenza da rame e zolfo:
•    non si può fare ovunque, ma solo nei posti veramente vocati (la bassa suscettibilità alle malattie va di pari passo con la vocazione enologica = più qualità)
•    non si può fare comunque, ma solo con la migliore attenzione agronomica (per massimizzare le potenzialità di autodifesa e di autoregolazione delle piante = più tipicità).


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