(Italiano) Lettera aperta al Gambero Rosso

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12 responses to “(Italiano) Lettera aperta al Gambero Rosso

  1. Io l’avevo già letta e in proposito ho pubblicato anche un post su enospia chiedendo se paga di piu’ il coraggio o la cotardia e aggiungendo anche,chi non regge un civile confronto, o insulta o tace,come il caso del gambero rosso che con questo atteggiamento non ha fatto altro che darsi la zappa sui piedi.Mi ripropongo di scrivere un articolo tra qualche giorno in attesa di reazioni

  2. Che tristezza i giornali/giornalisti faziosi (per “proteggere” il mercato dei convenzionali, che acquista inserzioni pubblicitarie sui loro giornali) e ignoranti, W VIN NATUR …e tutti i vini “veri&genuini” in generale!! Enrico Sala, Genova

  3. cari produttori di vini naturali.. che scrivete una lettera così accorata..
    ma chi vive di pubblicità della grande industria.. potrà mai sostenere tesi diverse?
    è come pretendere che emilio fede parli di conflitto di interessi..
    tenete duro e andate avanti.. chi vi segue non sa neanche cosa sia il gambero rosso

  4. Le scelte innovative richiedono sacrificio, forza e passione ma soprattutto danno fastidio a chi non vuole accettare un cambiamento od una alternativa. Grazie a tutti voi che mi date nuove sensazioni in un mondo che cominciava ad essere un po’….noioso.

  5. La naturalita’ del prodotto, la trasformazione non artificiosa della natura e’ l’ opera piu meritoria che il lavoro artigianale, in questo caso il vignaiolo, puo’ conferire. Dalla cucina ( sono un cuoco) alla cantina le problematiche sembrano essere le stesse: essere fautori di un modo giusto e semplice di fare il proprio prodotto. Non mi interessa che sia solo buono in bocca, vorrei che sia anche salutare e naturale nel mio stomaco…..

  6. Prima di tutto grazie per le vostre attività e iniziative.
    Volevo segnalare che la lettera non andrebbe indirizzata solo a Gambero Rosso, anche Bibenda non è da meno…
    Invito a leggere il commento: “Ma che ce ne frega del vino biologico!”
    Dal numero 54 di Venerdì 8 Marzo 2013
    disponibile a questo indirizzo:

    http://www.bibenda.it/bibenda7/singolo-articolo.php?id=1002

    L’articolo è corto ma il concetto pare chiaro… per loro la qualità è tutto indipendentemente dai mezzi che si usano per raggiungerla…

    Saluti.

  7. Si sta commettendo un errore, da tutte e due le parti. Semplicemente nel dividere i vini tra naturali e non. Prendendo partito e facendone una scelta quasi politica. Sottile l’esclusione della parola biologico e sostituita con naturale. Io personalmente sono contrario alle esposizioni di vini biologici (o naturali) in contrapposizione agli altri. Stessa fiera, stessa sala e concorrenza leale. Nella mia zona, apprezzo chi espone a benvenuto brunello e fa vino biologico e si confronta con gli altri, non apprezzo chi non espone perchè già in partenza parte in polemica perchè penalizzato in quanto biologico.
    Sono d’accordo che andrebbe dichiarato in etichetta tutto quanto è aggiunto il vino che non è vitis vinifera (ma non è già così per bentonite e albume?) e secondo me i solfiti presenti all’imbottigliamento andrebbero dichiarati per la tutela del consumatore e scelta reale.

  8. Bello rivedere tanti produttori sotto lo stesso tetto. Credo che le battaglie, di cultura e attitudine intendo, vadano combattute con la più larga condivisione possibile.

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