8 responses to “(Italiano) Certificazioni Bio, ci possiamo fidare?”
sono appena uscita dalla certificazione bio, ritengo una ristrezzione insorpotabile con una seria di regolamenti,obblighi, controlli, giudizi, e un montagna di burocrazia. chi ha la natura a cuore non ha bisogno di tutto questo per fare un vino o altro senza residui. chi non ha a cuore puo essere certificato ma non ha prodotti senza residui. vedi l’esempio spora. personalmente ritengo che il bio certificato è diventato un strumento di potere per soddisfare tante persone che mangiano sopra con la scusa di offrire al consumatore una certezza. ma se il consumatore è ingnorante e si afida a una certficazione senza inserire il propio cervello, non si puo micca aiutarlo.
scusate, ma chi firma gli articoli?
Angiolino Maule che è sempre stato contro la certificazione, oggi si certifica solo ed esclusivamente per potere partecipare al The Natural Wine Fair di Londra. Esempio di cosa può servire una certificazione biologica
questo articolo, Alessandro Maule. “La Biancara” non partecipa al Natural Wine Fair di Londra ma al RAW (organizzato da Isabelle Legeron). Non ci è mai stata chiesta la certificazione, fin’ora.
precisiamo che valori così elevati di pesticidi sono comparabili a quelli presenti in un vino convenzionale. Non sono assolutamente da imputare all’effetto deriva, ossia da veleni spruzzati su vigneti confinanti.
Queste cose purtroppo fanno male a tutto il comparto dei vini bio.
non conoscendo i nomi commerciali di queste molecole sono andato alla ricerca sul web:
clothianidin: pare si usi sul mais
iprodione: antibotritico
mandipropamid: antiperonosporico
metalaxil: fungicida sistemico
procimidone: altro fungicida (dicono essere uno dei più pericolosi per l’uomo)
thiamethoxam: altro insetticida.
Mi chiedo come possa una persona che usa questi principi attivi dichiararsi biologico 🙁
Luca
Capisco che si voglia migliorare il controllo, sappiamo che c’è chi barra, chi dice che fa una cosa e non la fa, dapertutto! Ma sappiamo anche che la stragrande maggioranza dei lavoratori viticoltori è onesta.
Per cui non capisco questo battage fatto in questo, modo, se si dovesse leggere in chiave positiva ossia per migliorare il settore, allora andrebbe fatta all’interno di un sistema di communicazione che non danneggia tutti, se invece l’unico scopo reale del vostro ed altri gruppi simili è quello del marketting allora diventa per me disprezzabile alla potenza 100, praticate tutte le autostrade che gli ideali politici del bio hanno cercato di evvitare 35 anni fa!
Senza riuscirci completamente essendo recuperati in parte gli ideali, ma con gente come voi, che invece di partecipare a migliorare, avete usato il lavoro di altri per poter uscire allo scoperto,ed utilizzando i peggiori sistemi della sociètà di consumo e communicazioni, senza partecipare ai migloramemti interni ai sistemi di controllo, tirate fuori delle eccezioni per sporcare la maggioranza!
Non mi sorprende che qualche furbone abbia voglia di venire con voi, continuate a stare attenti perchè i furboni si attirano a vicenda.
PS.: Se sapessi come fare vi allegherei le analisi dei miei vini fatte sia dalla LCBO canadese che dall’ICEA con più di 200 principi attivi a zero!
Tanti saluti
Antoine
Complimenti per i suoi vini a zero principi attivi, la nostra associazione è sempre aperta e pronta a migliorare ogni aspetto che la contraddistingue.
Non si preoccupi che per quanto riguarda i furboni, qui non hanno molte possibilità!
sono appena uscita dalla certificazione bio, ritengo una ristrezzione insorpotabile con una seria di regolamenti,obblighi, controlli, giudizi, e un montagna di burocrazia. chi ha la natura a cuore non ha bisogno di tutto questo per fare un vino o altro senza residui. chi non ha a cuore puo essere certificato ma non ha prodotti senza residui. vedi l’esempio spora. personalmente ritengo che il bio certificato è diventato un strumento di potere per soddisfare tante persone che mangiano sopra con la scusa di offrire al consumatore una certezza. ma se il consumatore è ingnorante e si afida a una certficazione senza inserire il propio cervello, non si puo micca aiutarlo.
scusate, ma chi firma gli articoli?
Angiolino Maule che è sempre stato contro la certificazione, oggi si certifica solo ed esclusivamente per potere partecipare al The Natural Wine Fair di Londra. Esempio di cosa può servire una certificazione biologica
questo articolo, Alessandro Maule. “La Biancara” non partecipa al Natural Wine Fair di Londra ma al RAW (organizzato da Isabelle Legeron). Non ci è mai stata chiesta la certificazione, fin’ora.
precisiamo che valori così elevati di pesticidi sono comparabili a quelli presenti in un vino convenzionale. Non sono assolutamente da imputare all’effetto deriva, ossia da veleni spruzzati su vigneti confinanti.
Queste cose purtroppo fanno male a tutto il comparto dei vini bio.
non conoscendo i nomi commerciali di queste molecole sono andato alla ricerca sul web:
clothianidin: pare si usi sul mais
iprodione: antibotritico
mandipropamid: antiperonosporico
metalaxil: fungicida sistemico
procimidone: altro fungicida (dicono essere uno dei più pericolosi per l’uomo)
thiamethoxam: altro insetticida.
Mi chiedo come possa una persona che usa questi principi attivi dichiararsi biologico 🙁
Luca
Capisco che si voglia migliorare il controllo, sappiamo che c’è chi barra, chi dice che fa una cosa e non la fa, dapertutto! Ma sappiamo anche che la stragrande maggioranza dei lavoratori viticoltori è onesta.
Per cui non capisco questo battage fatto in questo, modo, se si dovesse leggere in chiave positiva ossia per migliorare il settore, allora andrebbe fatta all’interno di un sistema di communicazione che non danneggia tutti, se invece l’unico scopo reale del vostro ed altri gruppi simili è quello del marketting allora diventa per me disprezzabile alla potenza 100, praticate tutte le autostrade che gli ideali politici del bio hanno cercato di evvitare 35 anni fa!
Senza riuscirci completamente essendo recuperati in parte gli ideali, ma con gente come voi, che invece di partecipare a migliorare, avete usato il lavoro di altri per poter uscire allo scoperto,ed utilizzando i peggiori sistemi della sociètà di consumo e communicazioni, senza partecipare ai migloramemti interni ai sistemi di controllo, tirate fuori delle eccezioni per sporcare la maggioranza!
Non mi sorprende che qualche furbone abbia voglia di venire con voi, continuate a stare attenti perchè i furboni si attirano a vicenda.
PS.: Se sapessi come fare vi allegherei le analisi dei miei vini fatte sia dalla LCBO canadese che dall’ICEA con più di 200 principi attivi a zero!
Tanti saluti
Antoine
Complimenti per i suoi vini a zero principi attivi, la nostra associazione è sempre aperta e pronta a migliorare ogni aspetto che la contraddistingue.
Non si preoccupi che per quanto riguarda i furboni, qui non hanno molte possibilità!